Cosa resta, in Molise, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore?
Negli anni ‘90 lo Stato finanziò con decine di miliardi di lire la costruzione della struttura di Tappino per garantire la presenza della Cattolica, assoluta eccellenza in ambito medico e accademico, all’interno del servizio sanitario regionale.
Nel 2011 l’allora commissario Iorio firmò il passaggio da Università Cattolica a Fondazione Giovanni Paolo II, fermo restando che avrebbero dovuto essere preservate sia le attività di Istituto di ricerca scientifica che il coinvolgimento diretto della Regione nella gestione della struttura.
Oggi non c’è più traccia né dell’Università Cattolica né della Regione, visto che l’intera quota societaria dell’ex Gemelli è stata rilevata dalla Responsible spa, di cui non si sa niente, se non che si tratti di un fondo di investimenti svizzero schermato da una società anonima.
A che titolo e sulla base di quali requisiti sanitari, accademici e scientifici la Regione continua a garantire un budget annuale di 40 milioni di euro e oltre 100 posti letto a una società di capitali, interamente privata, scollegata da Università Cattolica, Istituti di ricerca scientifica e dalla stessa Regione?
E ancora: con quale diritto la proprietà delle mura della struttura cofinanziate con decine di miliardi di lire di soldi pubblici dello Stato, rimane di proprietà di un soggetto privato – l’Università Cattolica del Sacro Cuore – che ormai non opera più in Molise?
Quanto paga Responsible spa di fitto mensile (e a chi) per operare nella struttura di Tappino realizzata (anche e forse soprattutto) con fondi pubblici statali?
Sono, queste, alcune delle domande che ho posto al Presidente Roberti e alla giunta regionale, oltre che alla struttura commissariale sanitaria, con la mia interrogazione consiliare.
Vi terrò aggiornati tempestivamente.