Consiglio, Romano: «La sceneggiata e il giallo delle deleghe (illegittime)» (Il Quotidiano del Molise)

L’esponente di Costruire Democrazia: «Il contesto è tragico e gli unici a non rendersene conto sono proprio quelli che dovrebbero gestirlo»

«Ieri a un certo punto in Consiglio regionale – ha scritto il consigliere regionale Massimo Romano – è sembrato di essere a teatro ed assistere a una sceneggiata napoletana.

Tema: le deleghe che il presidente Roberti ha revocato agli assessori e assegnato ai consiglieri, ridisegnando completamente le competenze amministrative della Giunta in maniera non solo caotica e irragionevole ma anche illegittima, in quanto tale facoltà non è prevista dal nostro ordinamento (non a caso era stata introdotta nella modifica statutaria che però, com’è noto, sarà revocata per evitare il referendum).

Di fronte alla nostra richiesta di spiegare “cosa” fosse stato delegato, “come” e “a chi”, la maggioranza di centrodestra (assente Roberti) è andata letteralmente in tilt: esattamente un istante dopo che il consigliere Di Pardo negava a microfono l’esistenza delle deleghe giurando di non averla ricevuta e bollando il tutto come “dicerie”, la collega Passarelli lo smentiva clamorosamente, precipitandosi verso il banco del presidente Pallante con in mano la lettera firmata da Roberti che le conferisce l’incarico di titolare delle politiche sociali.

Dopotutto proprio l’altro ieri era stato Roberti in persona a comunicare urbi ed orbi, con una nota stampa ufficiale mai smentita, l’attribuzione delle deleghe ai consiglieri. Compresa quella a Di Pardo, che, dunque, o l’ha ricevuta a sua insaputa oppure più semplicemente ha detto una balla in consiglio regionale per preservare il segreto di Pulcinella.

In breve, un balletto grottesco che riflette la confusione che regna sovrana nella maggioranza di centrodestra, e ci dice due cose fondamentali.

Primo: nella regione Molise l’attribuzione di deleghe fondamentali in materie come acqua, trasporti, sociale, ambiente, personale, cultura avviene con una letterina dattiloscritta dal Presidente, tenuta all’oscuro del Consiglio regionale e comunque priva di qualsiasi valore giuridico e/o istituzionale.

Secondo: continuano ad accapigliarsi per le poltrone (prima il sotto-sottosegretario abortito, poi i sotto-assessori) mentre la situazione sta rapidamente precipitando. In pochi giorni: l’aumento (l’ennesimo) dell’Irpef e dell’Irap oltre il massimo di legge (12/9/2024), la bocciatura della Corte dei Conti (l’ennesima) del Rendiconto 2021 (10/9/2024), la decisione gravissima del Governo Meloni di stornare 200 milioni di euro del PNRR dall’automotive di Termoli (17/9/2024) nel silenzio complice di Roberti e della delegazione parlamentare.

Il contesto – ha concluso l’esponente di Costruire Democrazia – è tragico e gli unici a non rendersene conto sono proprio quelli che dovrebbero gestirlo».

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