E così, dopo settimane di silenzi, dinieghi, traccheggiamenti e supercazzole per spiegare che non si poteva, che i numeri non lo consentivano, che sarebbe stato un atto illegittimo e censurabile dalla Corte dei Conti, improvvisamente arriva il colpo di scena (guarda caso) proprio a ridosso dell’iniziativa pubblica promossa ieri a Bojano dal comitato delle mamme: secondo quanto riferito dall’assessore al bilancio, pare che i commissari alla sanità avrebbero invitato la Asrem a coprire la zona carente di pediatria a Bojano (e già che c’erano, anche di Agnone e Termoli).
Miracoli delle iniziative pubbliche (smascheranti)…
Tuttavia, se l’annuncio in sé può risultare meritevole di un qualche provvisorio sollievo, tutt’altro deve dirsi dell’imbarazzante entusiasmo degli organi politici che oggi se ne fanno esultanti portatori, visto che il problema non è affatto risolto (l’incarico alla pediatra non c’è ancora e l’iter è ancora lungo) e la soluzione prospettata altro non è che quella da noi esposta esattamente un mese fa, il 27 agosto, nella mozione consiliare inspiegabilmente ed incredibilmente bocciata proprio da quanti oggi provano a intestarsi il merito di aver risolto il problema da loro stessi creato.
A cominciare dal consigliere regionale delegato alla sanità che oggi plaude a una soluzione che fino a ieri bollava prerentoriamente come “illegittima”, non avendo evidentemente alcuna cognizione della materia.
Ripetiamolo per i duri di orecchie e di comprendonio: la nota della struttura commissariale è del tutto superflua, perché che Bojano, Agnone e Termoli fossero zone carenti pediatriche risulta nero su bianco già dalla delibera Asrem 964 del novembre 2023, come abbiamo spiegato in tutti i modi e in ogni lingua anche al direttore generale che, pur avendola firmata, non la conosceva. Ciononostante, il provvedimento non è mai stato attuato, con la conseguenza che tutt’ora Bojano non ha un pediatra mentre è concreto il rischio di far scappare altrove la pediatra apprezzata da tutti che c’era, visti i tempi biblici e gli approcci superficiali e approssimativi di cui è stata data prova.
Siamo quindi di fronte a un tipico caso di politica che non solo non risolve i problemi, ma li crea a causa di figure istituzionali del tutto inadeguate a ricoprire incarichi di responsabilità.
La battaglia per la pediatra a Boiano, per quanto mi riguarda, prosegue fino a quando non vedremo gli atti di conferimento dell’incarico.
Con buona pace di quanti oggi provano a mettere il cappello su soluzioni per le quali non solo non hanno mosso un dito, ma che hanno addirittura contribuito ad affossare.