CAMPOBASSO. «Dopo lo scandalo denunciato in mondovisione su Rete4, non esiste un solo molisano, da Conca Casale a Mafalda, di destra o di sinistra, che non avverta l’urgenza di fare chiarezza immediata sulle liste d’attesa dell’Azienda sanitaria». Così il consigliere regionale Massimo Romano.
«Tutti tranne i consiglieri regionali di centrodestra, gli unici “fuori dal coro”: incredibilmente, infatti, stamattina hanno avuto il fegato, perché di questo si tratta, di bocciare la proposta di istituzione di una commissione speciale per monitorare il fenomeno delle liste d’attesa, accertare le eventuali responsabilità di ritardi inaccettabili, agende di prenotazione asseritamente chiuse e strutture accreditate inspiegabilmente mai confluite nel Cup, il centro unico di prenotazione, oltre che vigilare sul rapporto tra Regione e privati convenzionati- continua Romano-Le motivazioni politiche del no sono state talmente ridicole da autorizzare ciascuno a pensar male: è stato fin troppo evidente che i cavilli regolamentari non c’entrassero niente e che le vere ragioni risiedessero, come sempre, nell’ordine di scuderia di vietare che si accendano i riflettori su una gestione sanitaria a dir poco inefficiente che non garantisce il diritto alla salute e continua ad affossare il bilancio regionale, come certificato dalla Corte dei Conti da ultimo la settimana scorsa nella decisione di non parificare il rendiconto 2022.
In breve, anziché rispondere con fermezza istituzionale ad un bisogno di fare piena luce sulla sanità, hanno preferito lavarsene le mani pilatescamente, fingendo di ignorare lo squallido scaricabarile tra struttura commissariale che butta la croce sulla Asrem ammettendo di non aver vigilato e la Asrem che prova a gettare acqua sul fuoco confidando nella reattività notoriamente soporifera dei molisani.
Mai come adesso la nostra attenzione, invece, dovrà essere massima, a partire da lunedì prossimo quando è prevista l’audizione del commissario ad acta Bonamico, dal quale pretenderemo di ricevere risposte meno evasive (per usare un eufemismo…) di quelle biascicate davanti alle telecamere di Fuori dal coro».