Il consigliere regionale di Costruire Democrazia: «Chiedo trasparenza attraverso iniziative istituzionali». Il presidente replica: «Fa prendere aria alla sua bocca»
Ennesimo botta e risposta, dai toni aspri, tra Massimo Romano, consigliere regionale di Costruire Democrazia, e il presidente della Regione Francesco Roberti. Il pomo della discordia, questa volta, è relativo all’ipotesi di acquisto della struttura dell’ex Cattolica. Una vicenda che si trascina da qualche anno e per la quale il consigliere Romano ha chiesto di fare piena luce, attraverso la presentazione di atti consigliari e ricorsi al Tar. Ieri, martedì 10 dicembre, l’ennesima puntata dello scontro Roberti-Romano è andata in scena anche sui social.
«Altro che “chiacchiere da bar”: sull’ipotesi di acquisito dell’ex Cattolica – ha scritto Romano – è un dovere pretendere massima chiarezza e rigore
Il presidente della Regione Roberti dimostra di avere una strana concezione della democrazia, delle Istituzioni e delle modalità di gestione della cosa pubblica se bolla come “chiacchiere da bar” le mie doverose iniziative istituzionali volte a pretendere massima trasparenza e rigore nella vicenda dell’ipotesi di acquisto da parte della Regione della struttura ex Cattolica di Campobasso, perché si tratta di una delicatissima questione dalla quale dipende non soltanto il futuro dell’organizzazione sanitaria regionale ma anche l’esborso di decine di milioni di euro.
Altro che “chiacchiere da bar”: apprendiamo dai giornali di una trattativa “aumm aumm” che Roberti starebbe gestendo in gran segreto (manco fossero soldi suoi o la Regione fosse la tavernetta di casa sua o la barca di un suo amico) per l’acquisto da un privato di un immobile acquistato con soldi pubblici, tenendo completamente all’oscuro della procedura sia la Giunta sia il Consiglio sia la struttura commissariale, e che tale compravendita dovrebbe completarsi entro fine anno, non si sa con quali soldi e con l’avallo di chi.
Per fare piena luce sull’operazione ho presentato un’interrogazione nel settembre 2023, rimasta lettera morta, poi un’altra nei giorni scorsi che attende ancora di essere discussa; per accedere agli atti del finanziamento pubblico a suo tempo erogato in favore della Cattolica (oltre 70 miliardi di lire), sono stato costretto a presentate ricorso al Tar, e pur avendolo vinto la Regione continua a nascondere gli atti, tanto è vero che ho dovuto proporne un altro per l’ottemperanza della sentenza.
Lo ripeto per l’ultima volta: prima di procedere a valutare l’acquisto è indispensabile fare piena luce sulla vicenda, a partire dalla verifica della proprietà della struttura e del rispetto degli obblighi sottesi al finanziamento pubblico a suo tempo elargito dallo Stato in favore della prestigiosa Università Cattolica del Sacro Cuore, visto che il contributo pubblico era vincolato a realizzare un Ircss, escludendo qualsiasi scopo di lucro (art. 3 dello Statuto), mentre oggi quella struttura è occupata (in comodato gratuito?) da una srl privata, controllata da una società anonima svizzera (chi sono i soci?), sprovvista, per quanto si sappia, di accreditamento scientifico o universitario».
Immediata la replica, piccata e dai toni forti, del governatore.
«Romano, – ha scritto il presidente della Regione Francesco Roberti – anche questa sera fa prendere aria alla sua bocca, scrivendo che il Presidente della Regione sta gestendo “umma umma” la vendita della ex Cattolica… basterebbe conoscere la mia storia politica per rispondere a chi, oltre ad essere inadeguato al suo ruolo, è abituato al retaggio di certi metodi molto diffusi dalle sue parti grazie a personaggi famosi ben noti a lui…»
Il consigliere regionale, nella sua controreplica, ha chiesto nuovamente chiarezza. «Io esercito le mie prerogative istituzionali di consigliere regionale, carica per la quale sono stato eletto dai cittadini, e dunque è mio preciso diritto dovere pretendere che ci sia chiarezza e trasparenza assoluta su operazioni finanziarie e immobiliari che riguardano l’organizzazione sanitaria e l’esborso di decine di milioni di euro di soldi pubblici.
Visto che di questa ipotesi (acquisto ex Cattolica) non c’è traccia di atti né di procedure e gli stessi uffici preposti ne sono all’oscuro, è doveroso che si faccia chiarezza su chi sta trattando con chi, a nome di chi, con quali soldi, quali prerogative, quali garanzie e soprattutto per fare cosa.
Su questioni così rilevanti per il Molise, credo sia interesse di tutti lavorare a massimizzare l’interesse pubblico e scongiurare il rischio di incorrere in operazioni affrettate che potrebbero rivelarsi dannose per i cittadini e per la stessa Regione».
https://www.quotidianomolise.com/articolo/acquisto-ex-cattolica-nuova-puntata-dello-scontro-roberti-romano