Senza girarci intorno

Il punto non è la location della conferenza stampa, ma l’assoluta vacuità di quello che ha detto e l’evidenza di tutto ciò che non ha fatto.

Gli slogan banali sul “cambio di marcia”, sulla “riscossa”, sui “successi straordinari” hanno veramente scocciato, perché non c’è molisano che non veda o sappia che invece è tutto terribilmente fermo e uguale a sempre.

Il Molise è una vergogna nazionale e questo sarebbe l’unico titolo per restituire un minimo di oggettività di giudizio al niente che esprime questa classe dirigente.

Anziché scappare a nascondersi per la vergogna, hanno il coraggio di etichettare come “risultato epocale” l’ l’elemosina del Governo per ripianare i debiti in sanità che loro stessi hanno prodotto, scaricandone il costo sui cittadini contribuenti anziché sui responsabili del buco. 90 milioni che non bastano a coprire neppure il 20% del disavanzo accumulato, a cui si aggiunge una mancia da 20 milioni subordinata però ad ulteriori tagli ai servizi che finiranno per indebolire ancora di più l’organizzazione sanitaria pubblica già sostanzialmente smantellata negli anni di commissariamento.

Su trasporti e infrastrutture zero assoluto: una rete ferroviaria inesistente e di fatto largamente dismessa, trasporto su gomma uguale a trent’anni fa e rete stradale funestata da semafori e cantieri interminabili che non accennano a completare e neppure una parola (né un euro) sull’ipotesi di raddoppio della Termoli San Vittore su cui la Meloni non ha messo neanche un soldo bucato mentre investe 1,4 miliardi per il Ponte sullo stretto.

Sull’economia c’è poco da aggiungere: dopo il crack delle filiere avicola e bieticolo saccarifera, ora rischia l’automotive. Il disastro Stellantis è la prova provata del fallimento della filiera Meloni-Roberti paradossalmente proprio a Termoli e nel basso Molise, la roccaforte elettorale del presidente di centrodestra e non basterà una conferenza stampa al Cosib per illudere del contrario.

Se c’è un cambia di marcia, rischia di essere una retromarcia. Purtroppo.

Buon 2025, con l’augurio che non vi manchi mai la salute, lo spirito critico e la schiena dritta.

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