La vicenda dei 90 milioni di euro stanziati dal Parlamento nella legge di stabilità 2025 in favore della regione Molise è troppo seria per essere ridotta a una polemica tra opposte tifoserie che ne rivendicano il merito, perché la partita non è ancora chiusa e il risultato è tutt’altro che al sicuro. In breve: dei 90 milioni non c’è ancora neanche l’ombra.
I fatti e gli atti parlano chiaro.
La legge 207/2024, infatti, ha “subordinato” “l’assegnazione” delle somme all’approvazione di un piano di copertura integrale del disavanzo sanitario al 31.12.2023, che il Consiglio regionale avrebbe dovuto adottare, su proposta della Giunta, entro il 31.1.2025. Di questo adempimento, però, non c’è traccia. Per questo, nella seduta consiliare del 28 gennaio ho presentato un’interrogazione urgente per sollecitarne l’approvazione, rappresentando il rischio di perdere il finanziamento. Com’è noto, però, il Presidente della Regione ha fatto orecchie da mercante, avvalendosi della difesa d’ufficio di qualche improvvisato azzeccagarbugli che ha provato goffamente a spiegare che si trattava di un termine non perentorio, argomento smentito dallo stesso Presidente che infatti si è precipitato a chiedere una proroga al Ministro Giorgetti (il quale, peraltro, non risulta da nessuna parte che l’abbia concessa). In breve: i 90 milioni non ci sono, non c’è traccia degli adempimenti ai quali la loro erogazione è stata subordinata e non sappiamo neppure se il Governo ci rimetterà in carreggiata per ottenerli.
Com’è noto, la mia idea su come affrontare la tragedia (perché di questo si tratta) del debito sanitario era ed è un’altra, diametralmente opposta a quella seguita da Roberti e dalla delegazione parlamentare molisana, e si riassume nella proposta di disconoscimento del disavanzo sanitario, la cui delibera è all’ordine del giorno del prossimo consiglio regionale calendarizzato per il 12 febbraio. In estrema sintesi: la Regione non può accollarsi un debito che ha prodotto lo Stato in 15 anni di gestione commissariale che anziché risolvere il problema lo ha aggravato, ed è ingiusto, illegittimo e contrario alla Costituzione che a pagare per l’inadempimento dei Ministeri siano i cittadini con le tasse più alte d’Italia e i servizi peggiori di ogni altra regione. Vedremo cosa deciderà il Consiglio mercoledì prossimo.
Nel frattempo, e sempre che il Governo conceda la proroga, la Giunta Roberti è chiamata a predisporre il piano di copertura del disavanzo, ossia dovrà individuare “modalità e tempi di attuazione” per effettuare tagli per non meno di 50 milioni di euro quale condizione di legge per accedere ai ‘famosi’ 90 milioni di euro della finanziaria 2025.
Inoltre, e sempre restando ai fatti, il 19 febbraio si discuterà presso le sezioni riunite della Corte dei Conti di Roma il ricorso promosso dalla Regione contro la delibera di mancata parifica del rendiconto 2022 e, in caso di rigetto, il Consiglio regionale dovrà reperire nel bilancio di previsione 2025 qualcosa come non meno di 80 milioni di euro per ripianare le perdite pregresse.
In questo contesto da economia di guerra, dunque, i cori da stadio tra le due fazioni che si fronteggiano nel centrodestra per rivendicare i meriti è realmente uno specchietto per le allodole che rischia di farci concentrare sul dito, distogliendoci dalla luna. E che luna…
(Lettera aperta al Direttore di Primo Piano Molise, pubblicata oggi 5/2/25)