L’ex pm promuove ricorso giurisdizionale con gli avvocati Ruta e Zezza: «Se la Regione avesse agito per tempo interessando la Corte Costituzionale, oggi saremmo in un’altra situazione. Ma la politica ha preferito non disturbare il manovratore»
Una battaglia giuridica per alleggerire il peso fiscale e sanitario che grava da anni sui cittadini molisani. Questa la sintesi del ricorso presentato al Tar Molise dagli avvocati Antonio Di Pietro, Margherita Zezza e Pino Ruta, insieme con il consigliere regionale di Costruire Democrazia, Massimo Romano, contro la Regione Molise e lo Stato, per attribuire a quest’ultimo la responsabilità del disavanzo sanitario accumulato negli ultimi 18 anni.
L’azione legale arriva dopo il mancato accoglimento in Consiglio regionale, lo scorso febbraio, della proposta avanzata dal rappresentante di Costruire Democrazia che aveva definito la misura come “una possibilità storica per il Molise”. Il ricorso muove da una premessa chiara: non devono essere i cittadini molisani a pagare per il fallimento della gestione commissariale della sanità regionale. Lo ha sottolineato con forza Antonio Di Pietro, ricordando che dal 2007 il Molise è stato commissariato, subendo il blocco del turnover, l’aumento delle aliquote fiscali e una progressiva riduzione dei servizi sanitari. Eppure, nonostante le misure di contenimento imposte dallo Stato, il debito è cresciuto anziché diminuire.
“I commissari ad acta, in 18 anni, invece di ridurre il debito sanitario l’hanno aumentato. La responsabilità è dei commissari e di chi li ha nominati. Il debito pubblico creato sul piano sanitario non lo devono pagare i cittadini, ma lo deve pagare lo Stato”, ha dichiarato Di Pietro.
Un principio già sancito dalla Corte Costituzionale nel 2013, ma mai applicato. “Se la Regione avesse agito per tempo con un ricorso alla Corte Costituzionale, oggi saremmo in un’altra situazione. Ma la politica ha preferito non disturbare il manovratore”, ha aggiunto l’ex ministro.
Gli avvocati Ruta e Zezza hanno ribadito che il ricorso non è contro la Regione, ma a tutela dei cittadini e delle imprese molisane. “No, non è un’azione contro i molisani né contro l’istituzione. È un richiamo a tutti i cittadini ad unirsi a questa azione che ci consente di uscire dalle secche nelle quali il potere centrale ci ha cacciato da 15 anni”, ha spiegato Ruta.
Secondo Zezza, lo Stato ha fallito nella gestione della sanità molisana, e ora deve assumersene la responsabilità economica. “Il Molise è commissariato da 18 anni, e il disavanzo sanitario è aumentato in maniera esponenziale. Oggi la Regione riconosce un disavanzo di 580 milioni di euro, senza scomputare il debito sanitario generato dai commissari nominati dallo Stato. È quindi lo Stato che deve accollarsi questi oneri, perché altrimenti continuano a pagarli i cittadini molisani con tasse elevate, blocco del turnover e servizi sempre più scadenti”.
Il Tar Molise si esprimerà sulla vicenda entro 15 giorni, quando sarà fissata la camera di consiglio. L’auspicio dei promotori del ricorso è che anche la Regione possa prendere posizione a favore della causa, per far sì che i molisani non siano più costretti a pagare il prezzo di una gestione fallimentare imposta dall’alto. (adimo)