Parco del Matese e rischio “allergia” alla democrazia: i fatti prima delle opinioni.

Non è vero che è già tutto deciso e “non si può fare più niente”, come continua a ripetere qualcuno “a sua insaputa” o in malafede.

Ripristiniamo la veridicità dei fatti: l’ultima parola sull’istituzione del Parco spetta alla Regione, a cui compete la decisione sulla concessione dell’intesa sullo schema di DPR istitutivo una volta che sarà adottata la perimetrazione e le norme di salvaguardia (art. 2, co. 7, L. 391/91 e Corte costituzionale, sentenza 422/2002).

Ministero, Ispra, regioni e amministratori locali hanno svolto e stanno svolgendo un lavoro importantissimo che va riconosciuto e apprezzato, fermo restando che meritano non meno rispetto le posizioni di quanti esprimono dubbi sulle effettive ricadute di sviluppo ovvero contrarietà sul rischio di misure troppo restrittive: la verità è che sulle opportunità e sui divieti correlati al Parco è mancata del tutto un’informazione puntuale e asettica, che avrebbe dovuto essere garantita da un efficace piano di comunicazione istituzionale per informare i cittadini e consentire a ciascuno di farsi un’idea precisa e non ideologica sulle concrete ricadute positive ed eventualmente negative del Parco nazionale.

Per questo, nell’esercizio del mio mandato istituzionale, ho presentato un’interpellanza urgente al Presidente della Regione per conoscere “se e come” intenda concedere l’intesa ai sensi dell’art. 2 comma 7 della L. 391/91 e se ritenga opportuno subordinare tale decisone allo svolgimento di un referendum consultivo tra le popolazioni dei territori interessati, previa adeguata comunicazione istituzionale sulle opportunità e gli eventuali rischi in concreto di tale scelta.

È davvero singolare che mentre questa proposta è stata raccolta con ampio apprezzamento dalla stragrande maggioranza dei cittadini, per alcuni “eletti” l’idea di indire una consultazione popolare sia stata interpretata come un reato di “lesa maestà”: non vorrei che benché non ancora istituito, il Parco abbia già scatenato una forma di “allergia alla democrazia” (fortunatamente solo in pochissimi casi, talvolta disperati).

Questa mia proposta è il risultato di un percorso di ascolto di cittadini, amministratori e associazioni, non solo matesini, e ho inteso porla non certo per ritardare l’iter bensì per fare in modo che la scelta finale sia il più condivisa e consapevole possibile, anche in ossequio al noto principio “opinio iuris ac necessitatis”, ossia alla maturazione del convincimento sociale che istituire il Parco sia giusto e obbligatorio, nell’interesse di tutti e non solo di pochi “eletti” autoproclamatosi custodi del “Verbo”.

Vi terrò aggiornati.

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