
Per i giudici amministrativo l’Ente non ha rispettato la precedenza sentenza. Possibile commissario se non si adempie entro 60 giorni.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Molise ha accolto un nuovo ricorso presentato dal consigliere regionale Massimo Romano, ordinando alla Regione Molise di eseguire pienamente una precedente sentenza – la n. 112 del 2024 – che imponeva all’Amministrazione di consegnare una serie di documenti relativi alla gestione e alla trasformazione della struttura sanitaria un tempo nota come Gemelli Molise, attualmente Responsible Research Hospital. Con la nuova decisione, la n. 375/2024, i giudici amministrativi hanno accertato che, a un anno di distanza dalla prima pronuncia, l’Amministrazione regionale non ha ancora adempiuto correttamente ai propri obblighi, né ha fornito una risposta completa e formalmente motivata come richiesto dalla legge.
La vicenda trae origine da una richiesta di accesso documentale presentata da Romano nel novembre 2023, con cui, nell’esercizio del suo mandato istituzionale, chiedeva di visionare atti chiave su finanziamenti pubblici, golden power, nomine e attività dei rappresentanti regionali nelle società coinvolte nella gestione della struttura sanitaria di Campobasso. La Regione aveva fornito solo una parte dei documenti, mentre la Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva negato l’accesso agli atti sulla golden power, e su altri punti non era arrivata alcuna risposta concreta.
La precedente sentenza del TAR aveva dato parzialmente ragione al consigliere, ordinando alla Regione di fornire la documentazione oppure di motivare, in modo chiaro e documentato, l’eventuale inesistenza degli atti richiesti. Tuttavia, secondo il TAR, la Regione non ha ottemperato, nonostante fosse passata un’intera annualità.
In particolare, i giudici hanno rilevato che l’Amministrazione si è limitata a trasmettere un elenco generico di atti, senza alcuna attestazione formale sull’inesistenza dei documenti né spiegazioni sulle ricerche effettuate. È stato ritenuto particolarmente grave il comportamento relativo alla richiesta di accesso all’atto di nomina e agli atti del rappresentante della Regione presso le società coinvolte: è stato prodotto solo un documento del 2018, senza chiarire se il delegato sia ancora in carica né se vi siano altri atti successivi.
Il TAR ha ribadito che, anche in caso di documenti mancanti, l’Amministrazione ha l’obbligo giuridico di cercarli e, se non esistono, di certificare formalmente la loro inesistenza con una motivazione puntuale.
Rigettato invece il tentativo di estendere l’obbligo di esibizione documentale alle società private, come Responsible S.p.A.: secondo il TAR, solo la Pubblica Amministrazione è obbligata a rispondere in sede di accesso agli atti e di ottemperanza. L’ampliamento del perimetro del giudizio è stato ritenuto inammissibile e infondato nel merito.
La sentenza stabilisce che la Regione Molise ha ora 60 giorni di tempo per adempiere agli obblighi derivanti dalla sentenza del 2024, fornendo i documenti richiesti oppure rispondendo formalmente sull’eventuale mancanza degli stessi, con motivazioni chiare e verificabili. In caso contrario, il TAR potrà valutare la nomina di un commissario ad acta per sostituirsi all’Amministrazione inadempiente.
È stata inoltre disposta la condanna della Regione al pagamento delle spese legali, pari a 1.500 euro, mentre le spese tra il ricorrente e le società controinteressate sono state compensate.