Il 2023 si chiude con la seduta del Consiglio regionale di ieri 28 dicembre, di approvazione degli ultimi provvedimenti contabili con i quali termina la lunga sessione di bilancio nella quale la maggioranza ha approvato la legge di stabilità e il bilancio previsionale 2023 (con ritardo di un anno), il rendiconto 2022, il consolidato 2022, l’assestamento al previsionale 2023-2025 e l’autorizzazione provvisoria 2024. Oltre al piano di rientro dal disavanzo (di circa 562 milioni di euro) e all’aumento dell’addizionale Irpef dal 2024.
Per ciascuno dei suddetti provvedimenti, il mio voto espresso in Aula è sempre stato contrario, anzi contrarissimo, sia per ragioni strettamente contabili (tutte supportate dai conformi pareri negativi del collegio dei revisori dei conti e dai rilievi altrettanto negativi della Corte dei Conti), sia per motivi politici, visto che si tratta di documenti che arrivano tardi e male, anzi tardissimo e malissimo, anche in seguito a pronunciamenti inequivocabilmente negativi di Corte Costituzionale e Corte dei Conti, per responsabilità politica e amministrativa dell’attuale maggioranza consiliare, sostanzialmente composta dagli stessi consiglieri in carica nella precedente.
Ora la partita si sposta sul bilancio di previsione per il 2024, che la Giunta si è impegnata a varare entro gennaio. Vedremo.
Sono passati circa 6 mesi dall’inizio della legislatura e non c’è ancora un solo atto politico degno di menzione. Lo zero assoluto.
Nel 2024 porteremo a compimento la battaglia, già iniziata nelle scorse settimane, sull’accollo del disavanzo sanitario in capo allo Stato: non possono essere chiamati a pagarlo i cittadini molisani, dopo 14 anni di commissariamento della Regione. E’ una battaglia innanzitutto di civiltà e di dignità, oltre che giuridica ed economica, che continueremo a condurre insieme a migliaia di cittadini, sostituendoci ad un silenzio pluriennale di tutti i partiti che si sono avvicendati al Governo del Paese e della Regione.