Il consigliere di Costruire Democrazia: «Si poteva correggere il dato contabile azzerando l’aumento delle tasse che da 15 anni flagella ingiustamente i molisani, ma il centrodestra ha ignorato il tema per non disturbare il Governo Meloni»
«In una surreale seduta di Consiglio regionale che si è svolta in collegamento da remoto a causa dell’invasione di topi nell’aula di Palazzo Moffa – si legge in un post pubblicato dal consigliere regionale di Costruire Democrazia, Massimo Romano, sui propri canali social – la maggioranza di centrodestra ha clamorosamente bocciato la pregiudiziale collegata alla proposta di azzeramento del disavanzo sanitario.
Una follia allo stato puro: pochi minuti fa hanno approvato il Rendiconto 2022 continuando a scaricare sui contribuenti molisani il debito derivante dalla sanità, riconoscendo un disavanzo al 31.12.2021 pari a 583.066.926,25, cioè un macigno finanziario che seppellisce definitivamente ogni prospettiva di ripartenza della regione.
Oggi era l’occasione per correggere il dato contabile espungendo il debito sanitario, riportare il bilancio regionale in bonis, azzerare l’aumento delle tasse che da 15 anni flagella ingiustamente i molisani, superare i vincoli di legge che impediscono, ad esempio, di procedere ad assunzioni di personale (come nel caso dei vincitori di concorso dei Centri per l’impiego).
Invece niente, per non disturbare il Governo Meloni hanno ignorato vigliaccamente e pavidamente il tema e quindi scaricato ancora una volta sui contribuenti molisani i costi del disavanzo sanitario, cioè dell’inadempimento dei commissari governativi che anziché risolvere il problema lo hanno aggravato, scegliendo – si conclude nel post – di restare impantanati nelle sabbie mobili di un bilancio in profondo rosso, già bocciato dalla Corte dei conti e dalla Corte costituzionale, approvando una legge di bilancio farsa che purtroppo subirà la stessa sorte nefasta dei precedenti».
https://www.quotidianomolise.com/articolo/bocciata-proposta-azzeramento-disavanzo-sanit-romano-debito-scaricato-sui-cittadini