Il consigliere regionale di Costruire Democrazia propone un referendum consultivo sull’istituzione del Parco: «Scelta storica, serve trasparenza e partecipazione»

Campobasso. «È giusto che le scelte politiche che riguardano il territorio siano assunte democraticamente e nella piena consapevolezza di tutti i cittadini». Con queste parole il consigliere regionale di Costruire Democrazia, Massimo Romano, ha annunciato la presentazione di un’interpellanza urgente al Presidente della Regione, sollevando il tema dell’istituzione del Parco Nazionale del Matese e proponendo un referendum consultivo tra i cittadini dei territori coinvolti.
L’iniziativa è stata depositata lo scorso venerdì in Consiglio regionale e mira a chiarire la posizione del Presidente Francesco Roberti circa il rilascio dell’“intesa” da parte della Regione Molise per l’istituzione del Parco. «Ho chiesto formalmente – spiega Romano – se e come la Regione intenda esprimersi sull’atto di intesa previsto dalla normativa nazionale, invitando il Presidente a subordinare qualsiasi decisione all’esito di una consultazione popolare».
L’iter giuridico e il nodo della partecipazione democratica. L’istituzione del Parco del Matese ha radici legislative precise. Come ricorda lo stesso Romano, “l’art. 34, co. 1, lett. f-bis della legge 394/1991, così come modificato nel 2017, ha già avviato formalmente il procedimento per la nascita del Parco, che coinvolge il Ministero dell’Ambiente, ISPRA, le Regioni e i Comuni interessati”. Dopo la recente sentenza del Tar del Lazio (n. 15851/2024), la fase finale dell’iter prevede l’adozione di un Decreto del Presidente della Repubblica, sul quale le Regioni Molise e Campania dovranno esprimersi formalmente.
Ma proprio su questo snodo procedurale Romano chiede una svolta democratica. «Non è pensabile – afferma – che una decisione così impattante per lo sviluppo, le attività produttive e la vita quotidiana delle comunità locali venga calata dall’alto. Per questo propongo un referendum consultivo, preceduto da un’adeguata campagna informativa che spieghi opportunità, vincoli e regole legate all’istituzione del Parco».
Romano sottolinea l’importanza di una comunicazione istituzionale chiara e trasparente: «Prima di chiedere ai cittadini di esprimersi, è doveroso informarli correttamente. Vanno spiegati in modo semplice i benefici potenziali in termini di tutela ambientale e sviluppo sostenibile, ma anche le limitazioni che l’istituzione del Parco comporterà per le attività edilizie, agricole, zootecniche e artigianali».
Secondo il consigliere, una tale scelta «non può essere lasciata solo alle istituzioni o alle logiche burocratiche. I territori devono essere protagonisti».
La proposta di Romano punta a riportare al centro della scena la partecipazione popolare. «Il referendum consultivo non è solo uno strumento di democrazia diretta – conclude – ma un’occasione per costruire consapevolezza e coesione intorno a un progetto che, se condiviso, può rappresentare un’opportunità concreta di sviluppo e tutela del nostro straordinario patrimonio naturale».